Nei secoli XVII e XVIII, il modulo accademico ha avuto a Catania una presenza e un ruolo non diversi da quelli esercitati in molte città italiane, con momenti più rilevanti legati all’attività di mecenate di Ignazio Paterno Castello principe di Biscari e all’Accademia dei Pastori Etnei da lui fondata, ancor giovane, nel 1744. Vale per tutte una testimonianza ricavata dalle “Novelle letterarie pubblicate in Firenze” per il 1786 (vol XVII, dicembre, da Catania: coll. 825-26), dove si legge: “Colle lettere di queste parti abbiam saputo che quel Principe di Biscari, figlio del fu Principe Ignazio Paternò (Vincenzo VI), unitamente a Monsig. Gio.Francesco suo fratello ànno intrapreso a rianimare l’Accademia degli Etnei, dandole nuovo sistema e direzione, e che fra gli altri stabilimenti è stata fissata un’adunanza per ogni mese. Nel 13 novembre passato fu tenuta una di dette adunanze sulla vera causa dei Monti Ignivomi, e furono lette due belle Memorie, una sulla varietà delle lave, e l’altra sull’analisi chimica delle lave medesime colle loro sperienze. In ogni adunanza dovrà esser letta una Dissertazione su tema scientifico, e più altre due Memorie o relazioni di fatti o prove interessanti lo Stato e le Scienze stesse, sempre però senza poesie, le quali avranno solamente luogo quando l’Accademia sarà destinata per parlare di belle lettere”.
Dopo la morte di Ignazio Biscari (01.09.1786) e la parentesi costituzionale e rivoluzionaria del 1820-21’, l’associazionismo culturale, tra la metà degli anni venti e la metà degli anni quaranta, generò alcune istituzioni che si proponevano di dar vita a spazi di socialità più rispondenti a scopi associativi di gruppi o di categorie particolari.
Una proposta fu avanzata dal principino di Manganelli, Giuseppe Paternò Castello, il quale si proponeva di istituire a Catania un’Accademia centrale di Scienze, Lettere ed Arti, finanziata con fondi pubblici e con sede presso l’Università, che funzionasse da centro propulsivo e da organo di coordinamento dell’attività di tutte le società economiche che si sarebbero costituite nei singoli comuni (G. Paternò Manganelli, Estratto dal progetto di stato discusso della Deputazione provinciale di Catania inviato al Parlamento Nazionale per l’anno 1821; seguito da un indirizzo all’istesso per l’opera del Molo; e da una memoria per servire allo stato Discusso Comunale di Catania, Catania 1820, pp. 8-11). L’evolvere della situazione politica non permise che il progetto andasse in porto in quel momento e in quella forma. Di lì a poco, restaurato il quadro istituzionale, su iniziativa di un gruppo intellettuali e di docenti universitari sorse un’accademia scientifica intitolata a Giuseppe Gioeni, scomparso nel 1822, fondatore, «in emulazione» con il principe di Biscari, di un Gabinetto di Storia naturale.
Inaugurata nel 1824, l’Accademia Gioenia fu ospitata in locali dell'Università. Fu costituita, come libera associazione, da «alcuni amatori delle scienze naturali, intesi a promuoverne i progressi», senza quel carattere quasi di ente pubblico immaginato dal Manganelli. Si articolò in due sezioni dedicate alla fisica e alle scienze naturali, rinunciando alle sezioni di lettere ed arti previste nel precedente progetto. Essa divenne il principale luogo di socialità per la borghesia colta della città, un luogo di informazione sulle novità editoriali, sulle acquisizioni scientifiche e sui principali dibattiti italiani ed europei. Il numero dei frequentatori abituali, inclusi molti giovani in qualità di allievi dell’Accademia, crebbe al punto che nel 1836 l’Accademia chiese di poter utilizzare altri locali a piano terra del palazzo universitario per l’ingrandimento del suo Gabinetto letterario e della sua biblioteca. Qui si trattavano tutti gli affari accademici e si leggevano i giornali più accreditati di Europa ai quali il Gabinetto era associato (F. Paternò Castello di Carcaci, Descrizione di Catania e delle cose notevoli nei dintorni di essa, Catania 1842, 1, pp. 89-90).
Nel tempo, gli accademici catanesi seguirono la via di preservare, da un lato, l’autonomia e il crescente prestigio del loro cenacolo mantenendolo saldamente ancorato allo studio delle scienze fisiche e naturali, e di assicurare, dall’altro, il dialogo tra i diversi rami del sapere, accentuando il carattere «letterario» del Gabinetto e dotandolo di un organo di dibattito aperto a ogni contributo disciplinare. Accanto ai ponderosi «Atti» dell’Accademia (I tomo 1825-ultimo numero 2002) nacque, così, nel gennaio del 1834 il più agile «Giornale del Gabinetto Letterario» la cui pubblicazione cessò nel 1868. La terza pubblicazione, il «Bollettino delle sedute dell’Accademia Gioenia» (1888-…..) è tutt’oggi pubblicato in formato on line.